La notizia che devo comunicare è triste, Roberto Tramontin I3THJ, noto anche come “MORO1”, nel pomeriggio di mercoledì 7 novembre 2018 ci ha lasciato. Molti di voi lo hanno conosciuto di persona e credo collegato in radio durante le sue numerose attivazioni. Ci mancherà, ciao Bobo, r.i.p. 73.
IK3PQH Giorgio (alias moro2)
NON AVREI MAI VOLUTO SCRIVERE QUESTE RIGHE…. E’ MANCATO UN FIGLIO DI VENEZIA UNO SQUERARIOL UN MAESTRO D’ASCIA E AMICO RADIOAMATORE DI GRANDE CUORE…… CIAO ROBERTO BUON VIAGGIO….. TI RICORDO SEMPRE SORRIDENTE…… LA GONDOLA MIGLIORE SARA’ SEMPRE LA PROSSIMA….. RIPOSA FRATELLO TE NE SEI ANDATO TROPPO GIOVANE….. GRAZIE DI TUTTO.
IZ3HER MATTEO
VENEZIA. È morto Roberto Tramontin, squerariòl. Un maestro d’ascia tra i più famosi a Venezia. Aveva 63 anni. Si è spento all’ospedale dopo una lunga malattia. Roberto Tramontin rappresentava la quarta generazione di maestri d’ascia della famiglia Tramontin con squero a Ognissanti a Dorsoduro.
Lo Squero Tramontin è stato fondato nel 1884 da Domenico Tramontin che aveva imparato il mestiere in quello che viene considerato lo squero più bello esistito a Venezia: Casal ai Servi. Roberto era rimasto l’unico a realizzare le gondole secondo tradizione: a fasciame.
Il compensato marino lo impiegava solo per il fondo. In un anno costruiva una gondola, al massimo due. Ma le sue sono le gondole più belle al mondo. Così le considerano tutti. Vengono paragonate alle Ferrari: hanno le linee più eleganti. Otto i tipi di legno che Tramontin usava per le sue Ferrari: rovere, abete, ciliegio, olmo, mogano, noce, larice e tiglio. Legno che Roberto faceva stagionare per anni sotto le vecchie tettoie di coppi e travi. Legno che lo squerariòl cercava in tutta Italia.
Ricerca non facile, in quanto sono sempre meno le segherie che tagliano gli alberi a otto metri, la misura giusta per i fasciami delle gondole. Ormai si taglia a due metri. Dei suoi inizi spiegava: «Quando sono subentrato a mio padre Nedis, alla guida dello squero, pochi – forse nessuno – credevano che fossi in grado di realizzare una gondola. Tutti sapevano che lavoravo con mio padre, ma in realtà pensavano che fosse mio padre l’unico capace a realizzare l’imbarcazione. Il primo cliente lo ricordo benissimo: è stato un gondoliere che lavora davanti la stazione dei treni. Zona poco in vista, forse per questo ha “rischiato” di venire da me. Una volta fatta la gondola è piaciuta e sono arrivati gli altri». lo squero era la sua vita. Ripeteva spesso: “A Venezia quando viene messa in acqua una barca nuova in legno, bisogna fare festa. È come nascesse un figlio”. Se ne è andato un altro grande maestro.