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Enzo Torresi, gigante italiano della Silicon Valley    

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E’ morto il 19 giugno 2016 a San Francisco (U.s.a.), all’età di 71 anni. E’ stato il primo a creare un incubatore di impresa di dimensioni internazionale ed era il cervello dietro il personal computer della Olivetti. Ma non solo…    

 
Adesso che, grazie a Skype e WhatsApp, un figlio informatico o pubblicitario che lavora a Shanghai è quasi solo un problema di fuso orario, fatichiamo a renderci conto di quanto un tempo fossero vissuti come definitivi i distacchi da chi, come Enzo Torresi, partiva per scelta o per caso per fare ricerca e creare valore in California anziché nella sua Sicilia. Nel suo caso, non andò così. Anche se dei fratelli e cugini emigrati oltre gli oceani i nostri vecchi dicevano “…dall’America non si torna”, il fondatore nel 1973 del mitico Advanced Technology Center della Olivetti a Cupertino aveva mantenuto un legame forte sia con la comunità tecnologica italiana, sia con la sua terra, tanto da lasciare precise indicazioni affinché le sue ceneri tornino a Pedara, sotto l’Etna, dov’era nato nel 1945.     
Laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, Torresi a 25 anni si stabilì negli Stati Uniti, prima nel Rhode Island per un perfezionarsi in fisica dei display a cristalli liquidi, poi nel New Jersey dove la Olivetti aveva un suo centro di ricerca. Dopo poco, il trasferimento in California: lì guidò il team che mise a punto le innovazioni che caratterizzarono i prodotti del periodo di massima espansione del gruppo italiano che, tra i primi al mondo, aveva intuito le infinite prospettive dell’elettronica di consumo. Fu un impegno lungo e fecondo durante il quale, ha scritto la famiglia nell’obituary pubblicato il 20 maggio, “Enzo sviluppò e nutrì amicizie con i leader e i fondatori dell’industria dei personal computer”.
Chiusa l’esperienza all’Olivetti, Torresi nel 1982 fondò la catena commerciale per pc Businessland, fu presidente e amministratore delegato di NetFrame Systems (personal ad alte prestazioni), ebbe ruoli di primo piano in Power Computing Corporation (acquistata Apple nel 1997) e myQube. Venuti i tempi dei venture capitalist, “zio Enzo” fece parte dei board di aziende pubbliche e private, tra cui A4Vision, MyCasa Networks, Telverse Communications, First Virtual Communications, ICast e Kerbango. Membro influente del Silicon Valley Italian Executive Council e della Business Association Italy America, fu un punto di riferimento della sempre più numerosa colonia di tecnologi e startupper formati i Italia e poi trasferiti negli Stati Uniti. Molti giovani provenienti da tutto il mondo lo conobbero e frequentarono alla Santa Clara University e alla Stanford. 
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