La NASA conferma Extraterrestri nell'universo

Che siano buoni come ET oppure distruttori come quelli presenti in Indipendence day non è dato saperlo, ma la NASA ha confermato la presenza di Extraterrestri nell’universo. Per la prima volta l’agenzia spaziale americana ha parlato di altre forme di vita presenti su altri pianeti e ha espresso la sua intenzione di voler incontrare e studiare queste forme aliene. L’ente ha già analizzato 5.000 pianeti in cui potrebbero esserci forme di vita e ora l’intenzione e di esplorarli per analizzare che tipo di vita è presente.L’idea è di creare apparecchiature che permettano uno studio più attento dell’universo e dei 100 milioni di nuovi mondi della via Lattea. «Fino a 5 anni fa non sapevamo che il 10-20% di stelle intorno a noi è simile alla Terra. Questo ci fa presumere la possibilità di altre forme di vita simili a quelle presenti sul nostro pianeta».

 Il tema degli extraterrestri è molto dibattuto. Nel cinema hanno avuto un ruolo importante, ma anche nella vita reale alcune persone parlano di avvistamenti.Esiste la vita extraterrestre? Difficile dirlo, perché mancano le prove, ma la scienza, per sua natura, manifesta apertura sulla prospettiva, non essendoci evidenze capaci di smentirla.

 Così il confronto sul tema resta aperto, alimentando un vivace dibattito.Nello spazio sono state lanciate iniziative per la ricerca di altre civiltà, ma ancora non si hanno notizie di esistenze “marziane”, almeno nella forma in cui le intendiamo noi e le pellicole di Hollywood.Attualmente, l’ispezione dell’universo, a caccia di vita extraterrestre, ruota su segnali radio e su monitoraggi di natura geologica, ma uno scienziato della NASA pensa che ci sia almeno un altro metodo, veloce ed efficace, per svolgere lo stesso lavoro.Secondo Shawn Domagal-Godlman, che presta servizio presso il Goddard Space Flight Center dell’agenzia spaziale statunitense, le “essenze” chimiche e gli “odori” degli altri pianeti potrebbero essere un buon metodo per individuare eventuali presenze aliene.A suo avviso questi elementi possono servire come un indicatore di vita su un pianeta. Alcune combinazioni sarebbero in grado di identificare rapidamente eventuali presenze, attraverso un vero e proprio flairoscope, uno strumento nelle sue mire progettuali, che sarebbe in grado di rilevare determinati gas o molecole, come lo zolfo organico prodotto da alcuni batteri in ambienti con poco ossigeno. Anche in questo caso, comunque, non si pensa di rilevare esseri come quelli raccontati dai film di fantascienza.        (Fonte GadgetBlog)

Il fatidico annuncio sulla vita non solo terrestre nell’universo, vale a dire la nuova e attesa pietra miliare nella storia che ci riguarda. E ancora una volta, su questo fronte, si torna al Vaticano e a Papa Francesco, che di recente – ricorderete che ne abbiamo parlato in un post dedicato – in un intervento pubblico ha fatto una battuta (“Se dovessi incontrare un marziano, con il naso lungo e le orecchie a punta…”) che ai più non è apparsa casuale. Vi rimando allora a questo articolo uscito sul sito Pianetablunews, che rimanda a sua volta a un testo di Rosana Ubanell apparso su Voxxi: il Pontefice sarebbe pronto a un’importante dichiarazione mondiale sulla vita extraterrestre e le sue implicazioni teologiche. E lo farebbe con la formula Urbi et Orbi. Non sembra affatto una sciocchezza, anche perché si tratterebbe dell’ultima tappa di un percorso che in questi anni ha portato esponenti della Santa Sede a effettuare varie uscite sul tema, incluso il simposio tenuto lo scorso marzo in Arizona dalla Specola (nella foto un telescopio del suo centro di Tucson). La formula Urbi et Orbi sarebbe impiegata solo nel caso in cui il Vaticano avesse la prova dell’esistenza della vita extraterrestreInvece non è improbabile che una dichiarazione di tipo semplicemente dottrinale possa essere affidata a un messaggio non letto, magari in occasione della conferenza di ottobre negli Usa. Del resto, se ci pensate bene, l’eventuale uscita di Papa Francesco taglierebbe anche la testa al toro rispetto a chi deve prendersi la responsabilità di un annuncio che cambierebbe la storia dell’umanità: una figura come la sua, anche se nel mondo le religioni sono varie e rispondono a differenti autorità, sarebbe in un certo senso super partes e il suo intervento potrebbe essere capito e accettato anche dai non cristiani. Restiamo insomma a vedere con curiosità che cosa accade. Passando invece all’ambito laico, ne approfitto anche per segnalarvi il link del blog di Sabrina Pieragostini (Extremamente): c’è un articolo che riporta le convinzioni dello scienziato Paul Davis circa le visite aliene sulla Luna e il suo tentativo di trovare le prove di tutto ciò.